Innanzitutto ringrazio per l'opportunità di esprimermi su una battaglia (quella per un maggiore rispetto verso le società da parte del settore arbitrale) che mi ha visto per anni in prima linea, anche se miseramente fallita visto che come molti sanno oggi non sono più che un semplice tifoso.
Le parole del Sig. Vicinanza sono emblematiche di come non solo il problema dell'arroganza e del poco rispetto (prima ancora dell'incapacità tecnica, che per carità può essere anche scusata!) da parte del settore sia ben presente (per quello basterebbe leggere i commenti degli addetti ai lavori ogni settimana, ultimi su tutti Davagna e Montoggio) ma che sia fomentata proprio dalla testa del settore. Trovo in particolare la frase "se c'è una parte che assicura nella stragrande maggioranza dei casi un comportamento ineccepibile questa è proprio la figura arbitrale" molto grave, un negare l'evidenza, un voler nascondere e legittimare comportamenti sbagliati.
Ma ciò che trovo ancora più grave è l'immobilismo della F.I.G.C. di fronte a questo problema. Alla lettura di tali parole il presidente regionale dovrebbe alzare il telefono e quantomeno stigmatizzare certe dichiarazioni. Oramai da anni è in corso a Genova e regione una vera e propria moria di squadre che ogni anno abbandonano il calcio federale per i problemi con gli arbitri, e per il fatto che tali problemi non permettono di fare calcio, a fronte di spese spesso spropositate, ma questa è un'altra storia ancora. Tra le tante anche il "mio" Avosso, che dopo il teatrino della semi finale play-out dello scorso anno (4 espulsi, arbitro che erroneamente esala il triplice fischio nonostante noi rimanessimo in 7, richiesta da parte nostra di errore tecnico, osservatore e vicepresidente del settore che sostengono che i fischi fossero in realtà solo due salvo poi rientrare sui loro passi alla minaccia di produrre un video con audio) ha deciso di abbandonare l'attività.
Auspico che la Federazione intervenga, e sono certo che se aumenterà il rispetto da parte di alcuni dei direttori di gara (perchè altri, quelli che svolgono seriamente la loro attività, sono arrabbiati quanto le società se non di più) sicuramente non si verificheranno più situazioni di violenza, che vanno comunque stigmatizzate a prescindere e non sono mai giustificabili. E la moria di squadre che tutti gli anni obbliga a ripescaggi pazzi e dei quali risente il livello medio dei campionati probabilmente si arresterebbe.
Al Signor Vicinanza mi sentirei di consigliare di rivedere un pochino la comunicazione: il fatto di aver giocato sino a 23 anni non è certo un atout da sbandierare urbi et orbi, considerando che ci sono in attività giocatori di 45 e dirigenti con alle spalle 50 anni di carriera. Probabilmente la costituzione di un Ufficio Stampa potrebbe essere di aiuto.
Cristiano Cinacchio, personaggio molto noto nel calcio dilettantistico genovese, è stato per anni dirigente dell'Avosso, ed è un esperto conoscitore dei campionati di seconda e terza categoria genovese