Bisognerebbe che noi tutti facessimo un esame di coscienza e chiederci cosa facciamo per aiutare i giovani arbitri che vengono a dirigere le partite delle nostre squadre.
Io dico, e faccio mea culpa, niente.
L’arbitro viene, il più delle volte, visto da tutti come un nemico, dimenticando l’importante funzione svolta dalla categoria, per l’intero movimento.
Sbaglia il nostro portiere, il nostro bomber calcia alle stelle un rigore, ma se sbaglia l’arbitro, apriti cielo, quando va bene, un giovane arbitro si trova ad agire in condizioni a dir poco precarie, solo contro almeno 50 persone, le due squadre più i dirigenti al seguito, che non fanno altro che cercare di metterlo in difficoltà.
Condivido l’opinione di Zunino, della Rossiglionese, sull’opportunità di fare arbitrare , nelle categorie inferiori, elementi un po’ più maturi e navigati, non sono invece d’accordo sulla presunzione degli arbitri, secondo me, quella che può apparire presunzione è solo un modo per cercare di tenere le distanze, nel tentativo di non farsi condizionare , o peggio, intimidire.
Paolo Pastorino, Masone