/ Prima categoria
Lavoro in Italia

Cerca sul sito

Vai all'archivio ›

Prima categoria | 15 dicembre 2020, 12:18

15 DOMANDE A STEFANO PARODI "Non dobbiamo far allontanare dal calcio persone appassionate come Ceda e Mangiapane"

Ecco la versione extralarge dell'intervista al mister dell'Anpi Casassa: "Ma perchè devono partire tutti dal basso a giocare? Non mi piace chi non forza mai, una sera mi sono addormentato vedendo il Barcellona di Guardiola. Se si va sul fondo per me si deve crossare"

15 DOMANDE A STEFANO PARODI "Non dobbiamo far allontanare dal calcio persone appassionate come Ceda e Mangiapane"

15 DOMANDE (SCOMODE) AI TEMPI DEL COVID.

1) Giusto allenarsi o non allenarsi chi ha ragione ?

Non penso ci sia chi ha ragione e chi torto. Giusto allenarsi per mantenersi in forma ma si può fare correndo, giocando a tennis, padel, core stability. Personalmente gli allenamenti senza partitella e tensione pre partita non mi piacciono. Noi abbiamo fatto un po' di calcio tennis, ai ragazzi piace. Ma senza spogliatoi e docce è troppo difficile.

2) Sincero: quando pensi si riprenderà a giocare?

Se sono previste altre ondate tra gennaio e marzo mi sembra difficile riprendere a giocare.

3) Il format andrà cambiato per accorciare la stagione o si deve fare di tutto per arrivare in fondo ?

E' un bel problema che scontenta tutti. Secondo me o si giocano tutte le partite compresa la Coppa o non si gioca.

4) Pensi che qualche giocatore voglia allenarsi o giocare anche o solo per i rimborsi ?

Non lo so e non lo voglio sapere. Se fosse per me abolirei i rimborsi fino alla Promozione. Dalla Promozione in su i premi rimborsi ma adeguati. Si sentono ancora cifre assurde, non in linea con la società attuale. In questo modo tanti ragazzi capiscono che devono subito andare a lavorare e allo stesso tempo eliminiamo tanti allenatori con la valigetta. Si gioca per passione e si allena per competenza. 

5) Le società come usciranno da questa situazione?

Ne usciranno se le persone appassionate avranno voglia di rimanere in questo mondo. In questi due anni e mezzo da allenatore ho conosciuto Ceda e Mangiapane, persone molto diverse ma con grande passione. Servono persone così e non dobbiamo farle allontanare. 

6) All’inizio di questa storia c'erano gli ottimisti, i pessimisti, i negazionisti. Poi un po' tutti ci siamo arresi (chi più chi meno) alla realtà. Ora come la vedi?

Questa situazione ha sorpreso tutti e non mette d'accordo nessuno, nemmeno gli esperti. Non ho competenze per esprimermi ma in qualche modo ne usciremo, ne dobbiamo uscire.

7) Che vita e che calcio ti aspetti quando si tornerà , speriamo presto , alla normalità o pseudo tale?

Il solito calcio. Alla prima partita al terzo minuto torneremo a litigare per una rimessa laterale. Forse anche al secondo.

8) Questo periodo ti sta facendo pensare all’importanza del calcio nella tua/nostra vita o viceversa alla sua nullità rispetto a problemi più gravi?

Il calcio è divertimento, un qualcosa in più. Se si può giocare stiamo sicuramente meglio. Se non si può ne facciamo a meno, soprattutto noi dilettanti. Ma come tutte le passioni ci riempie la vita e ci fa sognare. E senza sogni è una vita piatta, noiosa.

9) Adani dice ai prof tassiamoci del 5% per i dilettanti ... utopia ?

Adani ha avuto un'ottima idea. Se cominciasse mettendo a disposizione il 5% del suo stipendio sono sicuro che qualcuno, anche solo per farsi pubblicità, lo seguirebbe. Lo ascolto volentieri anche se ormai in tv (e anche tra noi allenatori) c'è troppa ricerca della parola sofisticata applicata al calcio e della spiegazione. Troppe parole, il calcio deve vivere di emozioni non di dati da match analyst. 

10) Nel calcio dilettanti c è più solidarietà , invidia, riconoscenza , rispetto , poca memoria o egoismo ?

C'è tutto quello che hai detto. Preferisco tenermi stretti gli aspetti positivi, i valori che ho imparato e le persone valide che ho conosciuto.

11) Dove ti piacerebbe arrivare come allenatore: la prima categoria per te è un punto di arrivo o punto di partenza?

Mi piacerebbe arrivare dove sono arrivato da giocatore. Da giocatore sono arrivato in Eccellenza, tecnicamente ci stavo ma pativo a livello fisico, non potevo andare oltre. Da allenatore devo ancora dimostrare.

12) Su quali principi si basano i tuoi allenamenti, le tue partite... studi molto, ti aggiorni parecchio? hai qualche modello che segui nei prof o sei "autodidatta"?

Il calcio è un gioco basato su spazio e tempo, ma non lo scopro io. Mi piace il gioco fatto di immediatezza e verticalizzazione.  Se guardiamo le partite dei professionisti giocano quasi tutti uguali, partono tutti da dietro, anche le squadre scarse. Vedi difensori centrali cercare palle filtranti improbabili oppure avanzare per attrarre. Se un Biraschi tocca più palloni di uno Zaijc a mio avviso c'è qualcosa che non va e serve una soluzione diversa. Nelle nostre categorie invece ci sono ancora tante differenze. C'è chi gioca ancora a uomo, c'è chi gioca solo sulle seconde palle, c'è chi la mette sulla rissa, chi gioca in base all'avversario. Penso di avere sviluppato un mio metodo, grazie anche al continuo confronto in questi anni con Andrea Mercurio, preparatore di calcio. Ma bisogna sempre studiare e confrontarsi. Se dovessi dire come vorrei giocasse la mia squadra direi il Bari di Ventura del 2010.  Un 4-4-2 che diventava 4-2-4 con azioni semplici ma efficaci, subito sulle punte, attacco allo spazio e profondità. Non mi piace chi non forza mai, una sera mi sono addormentato vedendo il Barcellona di Guardiola. Se si va sul fondo per me si deve crossare. 

13) Qual è stata la molla che ti ha spinto a fare l'allenatore?

A 10 anni giocavo a Subbuteo e volevo sempre una disposizione ordinata degli omini. Alla PlayStation giocavo con la visuale grandangolo per vedere tutti i giocatori. Ricordo come fosse ieri alcune cose dette dai tanti allenatori bravi che ho avuto. Antonio Masia nelle giovanili, Giancarlo Testa, Maurizio Pertusi, Alessandro Balbi in prima squadra per citarne alcuni. Tutto ciò per dire che dovevo quanto meno provarci. Allenare è un'esperienza bellissima, conosci meglio le persone, provi a migliorare te stesso. Bisogna mettersi in gioco, prendere responsabilità e decisioni. Anche se non ti fa dormire la notte perchè pensi e ripensi a partite ed allenamenti. Ma le soddisfazioni ripagano dei sacrifici. 

14) Ora che sei dall'altra parte... tu che sei stato giocatore... come rivaluti i tuoi rapporti con gli allenatori che hai avuto? o meglio, adesso da allenatore riesci a vedere/capire cose di cui da giocatore non ti accorgevi?

Da giocatore, eccetto alcuni casi, sono sempre stato piuttosto rispettoso. Sicuramente cambia, l'allenatore deve guardare il gruppo, il giocatore guarda prima se stesso. Per ricevere rispetto devi prima darlo. Quindi al di là di qualche scelta che non è stata condivisa, ed è giusto che sia così, ritengo che il rapporto con i giocatori che ho avuto finora è stato buono. 

15) Cos'è oggi come oggi il calcio dilettanti? Una palestra di vita, un modo per fare conoscenza, una metafora della vita, un grande circo pieno di trapezisti e di pagliacci?

Come ho detto prima. C'è di tutto. Preferisco sottolineare gli aspetti positivi. Quelli che imparati con lo sport mi hanno aiutato nel mondo del lavoro, ovvero competere rispettando regole, compagni e avversari, non arrendersi mai, accettare sconfitte e delusioni. Sacrificio, sogni e passione. Sono le parole del famoso discorso di Baggio. Da appendere in ogni spogliatoio. E valgono per tutti, con le debite proporzioni anche nel nostro mondo dilettanti che speriamo riparta al più presto.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore