15 DOMANDE (SCOMODE) AI TEMPI DEL COVID.
1) Giusto allenarsi o non allenarsi chi ha ragione ?
Scelta assolutamente soggettiva. Non è giusto imporre ai giocatori la frequenza all'allenamento. Il Borgoratti ci dà la possibilità di allenarci una volta a settimana, ma questi allenamenti individuali non hanno nulla a che vedere col calcio che conosciamo.
2) Sincero: quando pensi si riprenderà a giocare?
Tutto dipenderà dall'indice di contagio che avremo a gennaio, qualora ci fosse un aumento dei casi si rischia di chiudere la stagione 20/21 con molto anticipo.
3) Il format andrà cambiato per accorciare la stagione o si deve fare di tutto per arrivare in fondo ?
Potrebbe essere inutile pensare a qualsiasi cambiamento di format, mi rifaccio alla risposta precedente.
4) Pensi che qualche giocatore voglia allenarsi o giocare anche o solo per i rimborsi ?
Ormai pochi giocatori, specie dalla Promo in giù, fanno affidamento sui rimborsi, il fattore economico non incide sulle volontà dei giocatori.
5) Le società come usciranno da questa situazione?
Le società sono in crisi, i ristori dello Stato non bastano, chi ha campo e settore forse sopravviverà, chi non ce l'ha scomparirà, ci sarà una riduzione drastica delle iscrizioni.
6) All’inizio di questa storia c'erano gli ottimisti, i pessimisti, i negazionisti. Poi un po' tutti ci siamo arresi (chi più chi meno) alla realtà. Ora come la vedi?
Siamo legati agli indici di contagio, come dicevo prima... Speriamo che si abbassino.
7) Che vita e che calcio ti aspetti quando si tornerà , speriamo presto , alla normalità o pseudo tale?
Per chi rimarrà in questo mondo dei dilettanti ci sarà grande entusiasmo, come era accaduto lo scorso settembre.
8) Questo periodo ti sta facendo pensare all’importanza del calcio nella tua/nostra vita o viceversa alla sua nullità rispetto a problemi più gravi?
In questo momento mi sento molto distaccato da un mondo che fino a poco tempo fa é sempre stato il mio.
9) Adani dice ai prof tassiamoci del 5% per i dilettanti ... utopia ?
Non è utopia. Sono d'accordo con lui. Siamo tutti nella stessa barca, nei prof come nei dilettanti. Un dilettante può diventare professionista e viceversa e di conseguenza anche i professionisti devono essere utili alla causa e ricordarsi le loro radici
10) Nel calcio dilettanti c è più solidarietà , invidia, riconoscenza , rispetto , poca memoria o egoismo ?
Nel calcio c'è un mix. C'è poca riconoscenza: sei un numero, in una stagione servi, quella dopo magari anche, poi appena hai un infortunio o un problema le società si dimenticano facilmente di te. C'è davvero poca memoria.
11) sei uno dei più “anziani” ancora in campo ... c è una età per smettere o è un discorso soggettivo e dovuto a quali fattori fisici emotivi psicologici
Si, c'è una età in cui smettere. E secondo me si invecchia quando si smette e non viceversa. L'età giusta dipende da impegni, famiglia, infortuni e acciacchi, stimoli. Il sentirsi idoneo nel contesto dei giovani e della tua società è determinante.
12) rispetto a 20 anni quando eri tu il “giovane” cosa è cambiato nel calcio dilettantistico ?
Vent'anni fa risorse, scelte, squadre, strutture, dedizione diversa rispetto al'impegno, entusiasmo, coinvolgimento, voglia di fare gruppo, rimanere insieme, passare tempo extra rispetto a quello passato in campo, tutte cose oggi venute meno. Lo vedo dall'atteggiamento dei giovani di oggi e dall'approccio che hanno al contorno.
13) si dice spesso che il calcio è una metafora della vita, che è una palestra per crescere , che è un mondo dove creare rapporti ; parlami dei lati belli e , se ci sono, di quelli brutti di questo mondo
Il calcio ha tanti lati belli. La magia del calcio è avere per 8 mesi delle persone attorno che consideri come fratelli e di cui diventi amico. Poi te ne distacchi e l'anno successivo ritrovi altri fratelli. Quando li incontri anche anni dopo, si ritorna fratelli. Ci sono valori importanti nel calcio: amicizia, rispetto, rispetto, saper stare in gruppo, misurarti, la competizione. Lo consiglierei a qualsiasi ragazzo, per togliersi dalla strada, per non fare sciocchezze, per prendersi un impegno. Il calcio per me è solamente un valore positivo.
14) fammi qualche nome di qualche persona che hai stimato e ammirato particolarmente nella tua carriera : un dirigente, un allenatore , un compagno e un avversario
Fare nomi in certe interviste non è corretto. Dopo 30 anni se non rifletto bene potrei fare dei torti a qualcuno. In ogni squadra dove sono stato ho cercato di avere un buon rapporto con l'ambiente, e mi auguro che tutti i dirigenti, allenatori e compagni abbiano un buon pensiero del sottoscritto. Giocando cosi tanto tempo associ tante persone a pagine e segmenti della tua vita. Se devo dire un allenatore, dico Alessandro Guerra e Nicola Spissu, perchè dopo il mio esordio in prima squadra con Tanghetti che non andò benissimo furono loro a credere in me. Nel Baiardo in Promozione ho fatto i miei anni migliori, ero un discreto giocatore. Altra persona importante è stato Guido Poggi, perchè mi ha convinto a restare anche quando avevo deciso di andare al Pieve a giocare al sabato per non perdermi le partite della Sampdoria a cui ero abbonato e che era appena tornata in A. Renato Pezza mi aveva già portato al Pieve di Bossi. Un pomeriggio uscii dal lavoro tardi e andai ad allenarmi al Baiardo: i miei compagni me lo menarono per tutto l'allenamento, a fine seduta Poggi mi disse che il Baiardo mi avrebbe rimborsato l'abbonamento alla Samp per farmi rimanere con loro. Fu un passo importante, perchè poi si susseguirono altre stagioni importanti. Con Poggi rischiammo di vincere lo scudetto nelle giovanili. Compagni e persone che ricordo ce ne sono una marea. Sono molto dispiaciuto di aver incontrato cosi tardi le persone che sono oggi al Borgoratti, da Raffaelli a Righetti, da Canovi a Barretta, da Malvisi a Barbieri. Se li avessi incontrati 10 anni fa avremmo fatto un percorso molto più lungo insieme.
15) se è vero che è vicino il tuo addio al calcio .... ti ci vedi ancora in questo mondo in altra veste o staccherai del tutto ?
Volevo chiudere con una grande festa l'anno scorso, ma la pandemia non me lo ha permesso. E' stata dura rimettermi in forze ad agosto cercando di entrare in forma nel minor tempo possibile. Ho avuto buoni riscontri nelle prime gare, ma questo secondo stop per me è una mazzata. Il mio fisico alla mia età non mi permette di fermarmi in questo modo. Ho impegni familiari e lavorativi enormi, sarà difficile pensare, in caso di stop definitivo di questa stagione, che io possa entrare in campo nella stagione 21/22.