Il mister della Praese, ieri sera ospite della nostra diretta, ha espresso concetti molto chiari sull'emergenza Covid. Ecco alcuni interessanti passaggi dell'intervista live di Fabio Carletti.
"... Calcisticamente si vive male, specie per chi come me vive il calcio come un modo per sfogarsi insieme a persone amiche, per chi lo vive con passione. Io temo sinceramente che non si giochi più. Ad oggi ci sono ancora troppi contagi. Nella prima ondata di marzo/aprile dicevo che c'era una leggera percezione di pandemia ma non avevo conoscenza diretta di persone ricoverate senza patologie pregresse o con età inferiore a 60 anni. Ora sono finiti in ospedale anche persone giovani, in forze, amici miei carissimi".
"... Se non cambia nulla nel protocollo FIGC, se non ci sarà la certezza di un vaccino su larga scala, non ci sono i presupposti per tornare a giocare. Per me chi ha scritto il decreto dal lato sportivo lo ha fatto con una sufficienza incredibile. Se il messaggio doveva essere quello di non allenarsi, doveva essere scritto chiaro. Gli allenamenti individuali o il non utilizzo degli spogliatoi sono due assurdità. E poi mi chiedo: l'utilizzo della palla da parte di due giocatori è consentito? Quante società realmente si stanno allenando in forma individuale? Noi ultimamente non ci siamo allenati, stasera avremo una riunione con i giocatori, è doveroso provare ad allenarsi in vista del 15 gennaio, ma poi serviranno minimo due settimane per poter affrontare un campionato come quello di Promozione".
"... Sarei curioso di vedere se chi si è allenato in questi giorni lo ha fatto in maniera individuale. Molti spingono per continuare ad allenarsi per prendere un rimborso. Molte persone a torto o a ragione fanno affidamento su queste cifre per la loro vita privata".
"... Altra grande barzelletta sono i ristori per collaboratori sportivi, a cui sono stati assimilati anche i giocatori che prendono un rimborso. Gente che prende dal calcio rimborsi di 50/100 euro al mese si è trovata a prendere 2600 euro in 4 mesi! Siamo fuori di testa, poi ci sono persone che hanno bar e ristoranti a cui sono stati dati 600 euro! Bisognava eventualmente garantire il minimo rimborso ai singoli giocatori fino a un massimo di 600 euro. Qualcuno ci ha marciato sopra come sempre succede in Italia".
".... Si può pensare di giocare a calcio quando bar e ristoranti sono chiusi? Vedrete che i contagi saranno stabili fino al 23 dicembre, ci faranno fare Natale poi torneremo con 25 mila contagi e il 15 gennaio non potremo giocare a calcio. Spero di sbagliarmi, di poter giocare, ma stiamo vivendo una stagione farsa. In certe categorie c'erano più partite sospese che giocate, e al venerdi non sapevi neanche se giocavi la domenica. Ma che competizione è questa? Il giovedi devo fare il dottore, devo misurare la febbre, devo controllare le mascherine. Non faccio più l'allenatore. E poi se prendo il Covid quando lavoro, perchè sono obbligato, è un conto, ma perchè devo rischiare di prendermelo mentre gioco o mi alleno?"
"... E poi lo sappiamo che se un giocatore ha avuto il Covid deve rifare la visita medico sportiva specialistica? In pochi hanno letto il protocollo. Con questi presupposti pensare di poter tornare a giocare mi sembra utopistico. Poi spero di svegliarmi da questo brutto sogno il 15 gennaio, avere solo 100 contagi e parlare di calcio e programmare questa stagione ma onestamente ci credo poco".