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Calcio | 03 febbraio 2021, 11:53

TANTI AUGURI A LUCA PASTORINO, il grande ex di Settimana Sport

Il giornalista di Genova Today e Blab oggi compie gli anni e risponde alle nostre 10 domande: "Mi mancano le domeniche mattina (rigorosamente alle 8.45) al Ferrando o al Cige"

TANTI AUGURI A LUCA PASTORINO, il grande ex di Settimana Sport

1 Tanti auguri, come festeggerai oggi? 

Visto il periodo festeggerò con la mia famiglia, con mia moglie Martina e mia figlia Leila, sicuramente non mancheranno gli abbracci virtuali da parte degli amici e ne approfitto per salutare tutti gli amici del mitico Fanta Curaz. Speriamo di poter presto tornare alla normalità, e festeggiare, dopo questo anno così difficile anche sul piano delle relazioni umane.

2 Che regalo chiederesti? 

Non mi piace chiedere regali, ma un buon libro o una bottiglia di whisky fanno sempre piacere. 

3 Dammi un giudizio sul mondo del giornalismo attuale 

Il giudizio non può che essere negativo. Si tratta di un settore in grande difficoltà per una miriade di motivi che sarebbe difficile analizzare in poche righe. Diciamo che oggi mancano “palestre” come fu per me (e per molti altri) Settimana Sport, in grado di insegnare il mestiere sul campo permettendo anche di guadagnare qualcosina. Oggi tante realtà editoriali si affidano a ragazzi (e non solo) in cerca di visibilità (e con poca voglia di “sporcarsi le mani”) che lavorano gratis nella speranza di entrare in un mondo che sembra (solo da fuori) dorato. Mancano le domeniche mattina (rigorosamente alle 8.45)  al Ferrando o al Cige per seguire Oregina-La Funzea di Terza Categoria con 40 righe di cronaca, pagellone e interviste (e magari anche i mezzi busti per l'almanacco), molto più semplice scrivere venti righe sulla mamma di Zaniolo o sentenziare sul “Sarrismo” dal divano di casa accendendo una telecamerina credendo di essere Cruciani o Pardo.

4 Un passo indietro: nella tua carriera più ricordi, rimorsi o rimpianti? 

Senza ombra di dubbio ricordi. Il mio percorso professionale iniziato proprio a Settimana Sport mi ha permesso di costruire solide amicizie come quelle con Massimo Losito e Giordano Ravera, ma anche di incrociare persone con le quali ho condiviso un pezzo di strada più o meno lungo. Onestamente di questa quindicina di anni di “carriera” (anno più anno meno) conservo prevalentemente ricordi belli sia dal punto di vista professionale che sul piano delle relazioni personali e umane. Sono stato fortunato, non ho rimorsi e nemmeno rimpianti.

5 Fra 10 anni dove ti vedi: sempre sul campo, e in che ruolo? 

Spero di avere ancora la fortuna di vivere della mia professione come negli ultimi 15 anni nonostante le grosse difficoltà del settore e magari di riuscire a realizzare qualche altro progetto ricomponendo la triade con Massimo Losito e Giordano Ravera. Sul piano familiare mi auguro salute per me e per la mia famiglia. 

6 Cosa non rifaresti nel tuo percorso professionale se potessi ritornare indietro? 

Sono sempre stato artefice del mio destino e per carattere non mi sono mai pianto addosso. Rifarei tutto quello che ho fatto e sono nel mio piccolo orgoglioso del mio percorso professionale che mi ha portato a “provare” tutto quello che avrei voluto fare da bambino: radio, televisione, carta stampata e web (quest'ultimo in realtà non lo sognavo, non esisteva). Ho sempre preferito la sostanza all'apparenza e questo probabilmente è stato un limite, probabilmente avrei dovuto “vendermi meglio” in alcune circostanze, ma avrebbe voluto dire rinunciare al mio modo di essere e ai miei valori. Meglio così.

7 Cosa non ti piace del calcio di oggi, cosa rimpiangi del passato? 

Non mi piace la componente “social” dei calciatori, la loro distanza dal mondo reale e la spettacolarizzazione degli ultimi anni. Non mi appassionano le discussioni sul nulla e la mancanza di veri contenuti nel mondo fatato che emerge dal mondo social, ma questo non riguarda solo il calcio, che si è semplicemente adeguato alle dinamiche di questo mondo globalizzato. Rimpiango un calcio (e un mondo) più genuino e meno “politicamente corretto”.

8 Diventi presidente di una squadra: a chi la faresti allenare e che colori sceglieresti? 

Se parliamo di professionisti scelgo Mourinho, uno dei pochi allenatori non banali di questo calcio moderno. Per lui ovviamente una bella maglia blucerchiata. Se invece devo pescare nel mondo dei dilettanti credo che Marco Pirovano possa essere l'allenatore giusto, in grado di mettere insieme il caro vecchio calcio “pane e salame” con la competenza. Per lui la maglia della vecchia Culmv che ho vestito da bambino, ovviamente rossa.  

9 Un calciatore di serie A per amicizia viene a giocare nella tua squadra: chi vorresti che fosse? 

Per quello che ha rappresentato per la mia generazione scelgo a scatola chiusa Francesco Flachi. Il suo percorso con la maglia della Sampdoria mi ha accompagnato dall'adolescenza all'età adulta. Per me Flachi rappresenta le domeniche allo stadio con mio papà, la passione rimane, ma la magia oggi non è più la stessa davanti a una partita di calcio. Gli eroi son sempre giovani e belli, cantava Guccini.

10 Genoano, sampdoriano o.... un giudizio sul momento della tua squadra del cuore?

Sampdoriano. Purtroppo sono anni privi di grandi emozioni e ambizioni, votati alla mediocrità più assoluta. Paradossalmente ho vissuto con molta più adrenalina la scorsa stagione con lo spettro della retrocessione alle porte, vivendo qualche domenica “attaccato alle griglie” (metaforicamente parlando) come la mitica “Anguilla” Alessandro Soresini. In fondo si vive di emozioni e una vittoria (o una rete) decisiva per la salvezza vale molto di più rispetto a un'annata piatta, priva di stimoli da febbraio in poi.

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