/ Altri sport
Lavoro in Italia

Cerca sul sito

Vai all'archivio ›

Altri sport | 12 ottobre 2022, 10:42

IN GIOCO CONTRO LA LUDOPATIA Numeri e testimonianze dal convegno Uisp

IN GIOCO CONTRO LA LUDOPATIA Numeri e testimonianze dal convegno Uisp

Lunedì 10 ottobre presso la sala Camino di Palazzo Ducale a Genova si è tenuto il convegno promosso dall'Uisp “Azzardo e disagio sociale”, organizzato dalla Rete Mettiamoci in gioco, di cui l'Uisp fa parte. 

In Liguria, il fatturato dell'azzardo è di circa 2 miliardi di euro, con una spesa pro capite che varia dai 1330 euro di Genova, dove c'è una slot ogni 150 abitanti, ai 1650 di Savona. Negli ultimi 10 anni, l'aumento dei giocatori patologici presi in carico al SerD in questa regione è stato vertiginoso: se nel 2011 erano 116, nel 2021 sono quadruplicati.  "Parliamo di un fenomeno in espansione, superabile, che solo da pochi anni è entrato nel catalogo delle dipendenze e spesso le persone arrivano ad ammettere di avere problemi solo dopo eventi particolari come una moglie che se ne va. Abbiamo però dei fondi, 44 milioni, che ci permettono di costruire un percorso di cura anche con i privati, come il Ceis o la comunità di San Benedetto", racconta Ina Hinnenthal, direttrice SerD, ASL 3. A breve, infatti, comincerà una campagna di sensibilizzazione: una grande scritta "Game Over" sugli autobus cittadini sarà seguita dal numero di cellulare 3756838122, un contatto a cui rivolgersi per chiedere informazioni ed essere aiutati a uscire dalla dipendenza. 

In un paese in cui il volume del giro d'affari legato al gioco è di oltre 100 miliardi il convegno è stato l’occasione per confrontarsi sui dati più aggiornati sulla dimensione patologica di questa pratica. Soffrono di ludopatia circa 2 milioni di italiani, poco meno della metà dei giocatori abituali. Ma chi studia il fenomeno concorda sul fatto che il numero reale dei giocatori patologici sia molto superiore rispetto a quello di chi effettivamente si rivolge a strutture di cura o supporto. Si tratta nell'81% dei casi di uomini, per la metà di un'età compresa fra i 50 e i 65 anni, anche se nell’ultimo decennio è raddoppiato il numero di giocatori fra i 20 e i 29 anni, che ora sono l’8%, e i giocatori compulsivi tra gli over 65 sfiorano il 20%. 

C'è poi l'aspetto meno noto del gioco illegale, che garantisce alle mafia proventi pari a circa il 20% di quelli del gioco ufficiale. In Liguria, afferma Roberto Centi, presidente Commissione Antimafia Regione Liguria, "le mafie, che in liguria significa 'Ndrangheta, considerano il settore del gioco d'azzardo più redditizio del traffico di stupefacenti". Si tratta in molti casi di un "veleno sociale" che colpisce persone fragili o in condizione di precarietà relazionale o economica, come spiega Giorgio Schiappacasse, psichiatra esperto di autoaiuto: "La prima persona a cui ho affiancato un amministratore di sostegno era una nonna che aveva perso 70 mila euro. Molto spesso si tratta di una tassa sulla povertà". E infatti, Gabriele Verrone, operatore sociale della Onlus San Marcellino racconta: "Nei dormitori per senza dimora si sente parlare di scommesse sulle squadre di calcio. E infatti vanno alle sale Bingo, dove ti offrono la colazione e intanto già che sei lì, inevitabilmente, qualche cartella per giocare la compri". 

Durante l'incontro, coordinato da Fabrizio De Meo (Uisp Genova e Liguria) del Coordinamento Mettiamoci in gioco Liguria, sono intervenuti anche: Maria Sonia Salvini, componente Osservatorio nazionale gioco d'azzardo patologico, Don Gianfranco Calabrese, Vicario Episcopale per l'annuncio del Vangelo e per la missionarietà, e Don Armando Zappolini, portavoce Coordinamento Nazionale di Mettiamoci in gioco.

GUARDA IL SERVIZIO DELLA TGR RAI LIGURIA

“Mettiamoci in gioco” è un’iniziativa nata nel 2012 e promossa dall'Uisp per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle reali caratteristiche del gioco d’azzardo nel nostro paese e sulle sue conseguenze sociali, sanitarie ed economiche, avanzare proposte di regolamentazione del fenomeno, fornire dati e informazioni, catalizzare l’impegno di tanti soggetti che si mobilitano per gli stessi fini (GUARDA LO SPOT). Nel 2016, la campagna si schierò contro l'accordo fra Figc e Intralot, società del gruppo Gamenet, uno dei più importanti concessionari del gioco d’azzardo in Italia. Una “partnership” illustrata addirittura come un “progetto culturale fondato su valori autenticamente condivisi”, grazie al quale “sarà possibile avviare dei percorsi per dare forza a diversi progetti di utilità sociale e di interesse pubblico”. Si domandò infatti alla Federazione se bastassero un po’ di soldi in “progetti di pubblica utilità” per accettare la sponsorizzazione di una società che promuove un business talmente rischioso per i singoli cittadini e per la collettività che non meriterebbe certo di essere associato alla maglia della nazionale. Contro l’accordo sono scesi in campo anche due ex-campioni della nazionale italiana come Damiano Tommasi, allora presidente Associazione italiana calciatori e Alessandro Altobelli.

Alla campagna aderiscono una pluralità di soggetti e istituzioni, organizzazioni di terzo settore, associazioni di consumatori, sindacati: Acli, Ada, Adusbef, Ali per Giocare, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Confsal, Ctg, Federazione Scs-Cnos/Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Missionari Comboniani, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Spi Cgil, Uil, Uil Pensionati e Uisp. (Lorenzo Boffa)


Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore