Da domani 28 agosto sarà Paralimpiadi Parigi 2024: l’obiettivo dichiarato del Comitato Paralimpico Internazionale è di creare «un mondo inclusivo attraverso i para sport». Rifettori quindi su 4.400 atleti, 2.500 accompagnatori e 184 Peasi partecipanti. Il movimento paralimpico cresce in tutto il mondo ed è molto positivo perche contribuisce ad abbattere steccati e pregiudizi.
Non solo, estende la possibilità di espressione attraverso il proprio corpo a persone con disabilità provenienti da tutto il mondo. Anche il racconto giornalistico se ne giova, messo alla prova dal dovere del rispetto per le persone attraverso il linguaggio, visto che si stima che l’evento sarà seguito da circa 3 milioni di spettatori tra dirette tv e streaming. Al primo posto la persona, con tutte le sue differenze: non è forse questo uno dei principali obiettivi anche dello sportpertutti e dell’’Uisp?
“Proprio così – dice Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp – ed è per questo che auguriamo di ben figurare a tutta la delegazione azzurra, a cominciare dal presidente del Cip Luca Pancalli, ai portabandiera Ambra Sabatini e Luca Mazzone. A tutti e a tutte loro giunga il nostro sostegno".
"Una prima medaglia che i nostri azzurri paralimpici hanno conquistato è quella della partecipazione e della parità di genere, mai così in tanti prima di questi Giochi, 141 atleti dei quali 71 uomini e 70 donne. Risultati salutari per tutto il nostro movimento sportivo”.
“Mai come in questo momento c’è bisogno che il fuoco di Olimpia continui ad accendersi intorno ai temi della pace e della fratellanza, contro ogni guerra e violenza - prosegue Pesce - I Giochi paralimpici hanno anche questo merito: prolungare i tempi dello spirito olimpico, e con esso la speranza di una vicinanza simbolica tra i popoli intorno ai valori universali della convivenza pacifica ma anche del rispetto dei diritti umani in tutto il mondo. Lo sport sociale e per tutti Uisp al fianco dello sport paralimpico e lo dimostriamo con le mille attività che l’Uisp promuove ogni giorno sul territorio, grazie alla collaborazione con il Cip. Anche per questo non ci stancheremo mai di chiedere pari dignità e pari risorse rispetto all’altro sport, in questo caso lo chiamiamo così, e al calcio”.
“Inclusione: una strada che l’Uisp calca in mille modi e che simbolicamente si incarica di portare con continuità in tutte le città della penisola e in ogni attività sportiva. Lo sport unisce e le barriere del pregiudizio possono essere abbattute anche e soprattutto promuovendo uno sport che si fa insieme, persone con e senza disabilità, come avviene ad esempio per Matti per il calcio che riproporremo a Riccione il prossimo mese, dal 26 al 28 settembre”.
In questi sessantaquattro anni di storia (ricordiamo che le Paralimpiadi vennero inaugurate a Roma nel 1960) la manifestazione ha guadagnato attenzione e interesse da parte del pubblico, ma anche investimenti e partecipazione. Lo slogan di creare un mondo più inclusivo attraverso lo sport sta diventando reale. A maggior ragione nel proseguo di questo percorso si potrebbe cercare un sempre maggiore equilibrio tra inclusività e selezione.
Ovvero: le Paralimpiadi, che pur hanno fatto nel corso degli anni notevolissimi sforzi e passi avanti in ambito tecnico e regolamentare per le singole discipline, devono poter alzare l’asticella della cultura sportiva, mettendo in discussione la dittatura del primato, dei record, dell’eccezionalità del campione.
Possono farlo, il movimento paralimpico ha la necessaria forza e credibilità per creare un bilanciamento inedito “nell’altro sport” tra inclusione e selezione, tra partecipazione e vittoria. Se l’agonismo è il valore aggiunto alle motivazioni della pratica sportiva, per tutte e per tutti, per persone con e senza disabilità, deve poter essere incanalato in ogni tipo di pratica sportiva. E la competitività e l’inclusione possono essere facce della stessa medaglia. (a cura di Ivano Maiorella, la foto con i portabandiera azzurri Ambra Sabatini e Luca Mazzone sono tratte dal sito internet del Comitato Paralimpico Italiano)