Le ultime dichiarazioni di Carlos Alcaraz hanno riaperto il dibattito su una questione che acquista sempre più importanza nel mondo del tennis: il calendario troppo fitto. La brutta eliminazione allo US Open, arrivata dopo la medaglia d’argento alle Olimpiadi, sottolineano la preoccupazione crescente per il benessere degli atleti nel circuito tennistico.
Il tennis non è solo
Una questione che però non viene affrontata solo nel mondo del tennis. Il calcio, con un gran numero di impegni sia nazionali che internazionali, e pure l’NBA, che ha di per sé una lunga stagione da affrontare più i playoff, sono esempi perfetti di come alcune discipline sottopongono gli atleti a sforzi notevoli. Anche in questi sport, come nel tennis, si assiste ad un aumento costante di infortuni e prestazioni sottotono dovuti alla troppa fatica.
Ciò che però distingue il tennis dagli altri sport è proprio il calendario, che prevede una serie di tornei in rapida successione in diverse parti del mondo. Questo porta i giocatori a doversi spostare e ad adattarsi continuamente, innalzando sempre di più il livello di stress sia fisico che mentale. Una situazione che porta inevitabilmente a chiedersi se un sistema di questo tipo possa essere sostenibile a lungo, o se ci sia il rischio concreto di una perdita di interesse per questo sport che vede anche i top player esibirsi con evidente fatica sulle spalle.
Il poker, esempio vincente
In un contesto del genere, diventa interessante guardare a discipline che invece hanno adottato un approccio differente, come il poker professionistico. Parliamo sempre di un’attività competitiva che richiede grande concentrazione e stress mentale, ma con un calendario molto più flessibile. I tornei principali, infatti, sono distribuiti in maniera equa durante l’arco dell’anno in modo che i giocatori possano recuperare le forze e prepararsi in maniera adeguata tra un evento e l’altro.
Se infatti lo European Poker Tour (EPT) prevede varie tappe distribuite durante l’arco dell’anno, questo è strutturato in modo da non svolgersi in concomitanza o a ridosso di tornei come il World Series of Poker (WSOP), che ha luogo tra maggio e luglio. I giocatori hanno quindi la possibilità di arrivare con la giusta preparazione agli eventi che si susseguono, senza dover fare delle rinunce a causa di un calendario troppo fitto, come invece succede nel tennis.
Non solo, anche la possibilità di potersi allenare da casa nei siti di poker online, senza la necessità di doversi spostare continuamente, offre un vantaggio notevole per i giocatori professionisti. Un aspetto che va in netto contrasto con la realtà dei tennisti, costretti a viaggiare incessantemente per assicurarsi la partecipazione ai molteplici tornei.
L’intrattenimento è davvero a rischio?
La logica che si cela dietro impegni sportivi così continui è principalmente legata a esigenze commerciali. Tuttavia, il poker dimostra che è possibile mantenere alto l’interesse del pubblico anche senza sovraccaricare i protagonisti. Le competizioni, infatti, rimangono avvincenti e seguite, pur concedendo ai giocatori il tempo per ricaricare le batterie e presentarsi in condizioni ottimale ai vari eventi.
Forse siamo arrivati ad un punto in cui questi sport più tradizionali, in particolare il tennis, possono provare a trarre ispirazione da un modello di questo tipo. Un calendario più equilibrato non solo preserverebbe la salute degli atleti evitando di porli a sforzi eccessivi, ma migliorerebbe anche la qualità dello spettacolo offerto. Riducendo il numero di tornei o applicando una distribuzione più ragionevole degli impegni durante l’anno, si può quindi arrivare ad ottenere un duplice beneficio: atleti più in forma e prestazioni migliori.
La problematica del calendario nel tennis è sotto gli occhi di tutti e merita una riflessione approfondita per trovare la soluzione migliore. Guardare oltre gli sport tradizionali e considerare approcci alternativi potrebbe offrire spunti preziosi per una riforma del sistema. L’obiettivo dovrebbe essere sempre quello di trovare un giusto equilibrio tra le esigenze di intrattenimento e la salvaguardia degli atleti professionisti, per garantire un futuro sostenibile e spettacolare per questo sport.