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Terza categoria | 14 marzo 2025, 11:36

CEIS GENOVA SPORT Roberto Carosio: " (IN)GIUSTIZIA E' STATA FATTA"

Il commento del dirigente dopo i due anni di squalifica decretati per Simbabwe Bahbio

CEIS GENOVA SPORT Roberto Carosio: " (IN)GIUSTIZIA E' STATA FATTA"

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Dopo una sentenza che è pura follia, se non vi è addirittura qualcosa dietro di molto peggiore, mi viene da fare questa considerazione. Questa è la storia di due ragazzini. Il primo ragazzino, un minorenne accompagnato da mamma e papà a fare una cosa nettamente superiore alle sue capacità attuali. Messo ad arbitrare una partita di adulti in una situazione di un campionato dove le cose possono girare male nello spazio di secondi. E dove in effetti , dopo un primo tempo arbitrato perfettamente e senza particolari problemi, le cose nel secondo tempo girano diversamente. La squadra di casa, sorretta da un discreto pubblico, è in svantaggio di 2 reti. Ed ecco lì che viene decretata un' espulsione per non avere rispettato una distanza su una punizione a centrocampo totalmente ininfluente. Dopo di che a 2 minuti dalla fine subiamo il pareggio con un ns uomo a terra da un minuto dentro la ns area. A questo punto entra in gioco il secondo ragazzino, perché di ciò si parla. Lui è maggiorenne, ma non molto più grande. Sicuramente fa una cosa sbagliata, brutta e da condannare. Certamente lui non ha in tribuna i genitori, non so nemmeno se li abbia ancora. Se li ha sono a migliaia di chilometri. Alla fine di tutto c'e' un ragazzino che  se ne va a casa con la famiglia; la stessa famiglia che nello spogliatoio ha impedito al figlio di stringere la mano di scusa che il ragazzino sbagliato stava  porgendo. Mentre quest'ultimo se ne torna nel suo istituto, a dormire su una branda e a sognare di potere trovare un lavoro o di potere studiare, come meriterebbe un qualunque essere umano. Il primo ragazzino continuerà a potere esercitare la sua passione, dirigendo di nuovo male, facendo errori e rovinando partite fino a quando finalmente imparerà. Il secondo ragazzino invece la domenica resterà sulla branda a pensare alla sua famiglia per due anni; nemmeno avesse usato un'arma a un qualunque italiano avrebbero dato una pena simile. Vorremmo abbandonare tutti, poi ci sono altri 40 ragazzini ogni stagione da aiutare ad essere un pochino felici. Perciò continuiamo, anche se domani giocheremo con un virtuale lutto al braccio, perché la giustizia sportiva è morta. (Roberto Carosio, Ceis)

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