Serie D - 03 luglio 2017, 17:13

Intervista esclusiva a Edoardo Grosso: "Mi piacerebbe restare in Liguria, in Serie D o Eccellenza"

Il portiere genovese, figlio d'arte, è stato premiato come miglior portiere ligure dalla nostra redazione ma è stranamente ancora senza squadra. Nel frattempo studia e lavora come avvocato: "Mio padre mi ha insegnato che si è calciatori per 10 anni ma uomini per tutta la vita..."

Edo Grosso con la maglia della Genova Calcio

Edo Grosso con la maglia della Genova Calcio

Si può essere premiati come miglior portiere del calcio ligure ed essere ancora senza squadra? Questa è la strana condizione di Edoardo Grosso, estremo difensore classe 1987 (è nato il 3 marzo) e figlio d'arte (suo padre è stato portiere professionista con Genoa, Perugia, Spal e Modena nonché attuale vicepresidente dell'Associazione Calciatori).

In occasione della presentazione dell'Almanacco del Calcio Ligure è stato premiato pochi giorni fa come miglior portiere ligure di questa stagione, al termine di un sondaggio effettuato fra gli allenatori dilettanti liguri.

“Il mio sogno sarebbe giocare in Serie D in Liguria” - ammette - “ma non dimentico il mio lavoro, a dicembre avrò l'abilitazione da avvocato e, come dice mio padre, calciatore lo sei per dieci anni, uomo per tutta la vita...”

Ambizione ma testa sulle spalle, per questo ragazzone di 30 anni che è anche un ottimo calciatore e ha avuto la carriera frenata da un brutto infortunio al gomito che gli ha frenato una possibile carriera nei professionisti.

Ma andiamo a ripercorrerla con lui, questa carriera.

GLI ESORDI

“Ho cominciato nell'Albaro, dove ho giocato dai 5 agli 11 anni. Poi dagli 11 ai 19 ho militato nella Sampdoria, arrivando fino alla Primavera, con Gianni Invernizzi allenatore”.

NEI PROFESSIONISTI

“A Livorno ho fatto il terzo portiere in Serie A, con mister Donadoni e Mazzone, e giocavo nella Primavera allenata da Tosi”.

L'AVVENTURA IN SERIE D E LEGA PRO

“Poi sono passato al Pontedera in Serie D, dove abbiamo raggiunto i playoff. Quindi un anno a Figline con Leonardo Semplici dove abbiamo vinto il campionato. Poi ancora Pontedera con allenatore Marco Masi. Quindi Valenzana in Lega Pro 2, Bassano in Lega Pro 1 e Montichiari in Lega Pro 1”.

2012/2013 ANNATA DISGRAZIATA

“Sono stato un anno fermo, dopo essermi rotto il gomito ho deciso di farmi operare, nel frattempo ho avuto la peritonite ad agosto. Insomma non ero ben messo. Nella stagione 12/13 ho giocato in attacco, segnando 55 gol negli Amatori con Italbrokers e Troeggi Team. In quell'anno ho giocato con Ivan Vukomanovic, un amico che si allenava in una Accademia di stranieri a Ovada, ed è l'attuale allenatore dello Slovan Bratislava, massima serie slovacca”.

I TRE ANNI ALLA GENOVA CALCIO

“Nel 2013/14 ho ricominciato dalla Genova Calcio, in Eccelenza, dove sono stato 3 anni. Ho ritrovato grandi amici come Donato, Maisano e Memoli, con cui eravamo stati compagni alla Sampdoria, Rossi, Ramenghi, oltre a una macchina organizzativa fatta di persone splendide. Abbiamo sempre lottato per qualcosa, mai fatti campionati anonimi, in tre anni ho saltato solo una partita, in cui ha giocato Marco Moraglio. Sono contento perchè è un amico, ma mi sono fermato a 99 presenze per colpa di quella partita, peccato non aver fatto la centesima...”.

LA STAGIONE 2016/2017

“Ho iniziato alla Sangiovannese, allenatore il cobra Ciro Ginestra, in Serie D, ma la società aveva grossi problemi finanziari e a dicembre sono tornato in Liguria allo Sporting Recco, con un'altra situazione critica, dove abbiamo sfiorato l'impresa. 20 partite e 12 punti nella prima parte, 13 gare e 14 punti nella seconda, ma non sono bastati”.

IL SOGNO DEI PROFESSIONISTI

“Fino ai 24/25 anni ho sperato di fare il professionista, ma ho sempre studiato Legge mentre giocavo. Nella vita di chiunque, da calciatore, abbia fatto un iter da professionista da giovane, si fanno tante rinunce, il sabato non esci... Ma se sei intelligente, sei pure consapevole che non tutti ci riescono... Non rimpiango nulla di quello che ho fatto, una percentuale di colpa è sempre nostra, certo la regola dei giovani mi ha penalizzato...”.

L'ESEMPIO DI PAPA' LEO

“Ho sempre avuto l'esempio di mio padre, che fa l'avvocato ed è stato portiere professionista. Mentre giocavo, studiavo, come ha fatto lui, laureato pur avendo giocato nei prof con Genoa, Perugia, Spal, Modena. Io sono finito subito in porta fin da piccino, ma non per volere di mio padre, lui non voleva condizionarmi, ma nel Dna evidentemente avevo questo ruolo. Anche il mio nipotino Lorenzo è un portiere, mentre Alberto è un difensoraccio. Mio padre mi ha sempre consigliato, essendo del mestiere non gli interessavano tanto le mie vittorie ma che io imparassi davvero il mestiere di portiere”.

I MIEI MAESTRI

“Alberto Sotgiu è l'allenatore migliore che ho avuto, nelle giovanili dell'Albaro. Fra i preparatori, ho imparato da tutti, Piero Spinosa a Livorno, in serie D Menciassi e Bucci, in serie C Micale e Mauro Rosin figlio di Ugo, in Eccellenza, Ferrero e Olivari. In serie A sono stato convocato con Siena e Messina, a Livorno, ma non c'era panchina lunga e quindi sono stato solo in ritiro con la squadra. Roberto Donadoni ha una professionalità e una cura dei particolati pazzesca, ad esempio ci spiegava come non prendere il raffreddore. Carletto Mazzone aveva una esperienza che ti trasmetteva soltanto parlando, lui è come si vede dall'esterno, un grandissimo personaggio”.

I COMPAGNI MIGLIORI E I MODELLI DA SEGUIRE

“I portieri a cui sono più legato sono Marco Amelia che ho avuto come compagno al Livorno e Christian Puggioni (alla Sampdoria), che è come un fratello per me, con lui ho un rapporto che va oltre il calcio. Idolo? Quelli della mia generazione non possono dire che Buffon, ma se devo fare un mano faccio quello di Iker Casillas, abbiamo la stessa struttura fisica”.

COSA NON RIFAREI

“Eviterei di mettere il braccio male e spaccarmelo e perdere 10 mesi per fare una parata che poteva fare solo Benji: ricordo benissimo il momento, in un Pontedera-Forcoli, feci una grande parata col braccio sinistro e mandai la palla sulla traversa, la palla ricadde sulla linea e per evitare l'intervento dell'attaccante feci peso sul braccio destro per rialzarmi, e mi distrussi il gomito...”

OGGI, IN ATTESA DI SISTEMAZIONE...

“Attualmente sono in attesa. Ho avuto qualche richiesta, mi ha cercato anche qualche squadra di Promozione, ma vorrei restare almeno Eccellenza o Serie D, poi ascolterò ogni proposta. Che categoria merito? Lo lascio dire agli addetti ai lavori, quest'anno mi sono divertito e ho avuto tante soddisfazioni, su tutte il vostro premio, me lo tengo stretto. Cos'è il calcio per me? Non direi un hobby, almeno non ancora, sennò sarei negli Amatori. Il calcio è un pezzo di vita, da quando ho cinque anni non esiste un week end senza calcio per me. Mi vedo assolutamente fra i pali a settembre, importante ora è sentire le proposte, poi farò le mie valutazioni. Ideale per me sarebbe una serie D in Liguria, ma non trascurerò il lavoro, come mi ha sempre detto mia padre, si è calciatori per 10 anni e uomini per tutta la vita. Fuori da Genova andrei solo per una motivazione seria”.

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Qui sotto il video con l'intervista di Edoardo Grosso in occasione del ritiro del premio come miglior portiere ligure della stagione.


Paolo Dellepiane

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