Waterpolo Ability di Busto Arsizio e la Waterpolo Columbus Team di Genova, tra le prime realtà italiane di pallanuoto praticata da atleti diversamente abili, non parteciperanno al “secondo” torneo di pallanuoto paralimpica organizzato dalla FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) domenica 27 gennaio. La FINP ha infatti affidato l'organizzazione del Torneo a persona che, come già accaduto in due passate occasioni, si è rivelata non all'altezza della situazione. Innanzitutto, non si può pensare di organizzare un torneo, cercando prima i partecipanti e poi gli spazi acqua. Questo è accaduto per il Torneo di Roma, che si sarebbe dovuto svolgere in due giorni il 26 e 27 gennaio. Senza tener conto della realtà di questo sport, sono state accorpate le gare in programma tutte nella giornata di domenica: in pratica questi ragazzi avrebbero dovuto disputare tre partite in giorno. Partite che, come da regolamento, sono di quattro tempi della durata di 7 minuti effettivi l'uno. Lo stesso Regolamento comunque imposto dalla FINP, non ha tenuto presente i diversi suggerimenti avanzati a suo tempo dalle società affiliate proprio per venire in contro alle esigenze concrete di chi pratica questo sport. La WPA e la Columbus non intendono assecondare questa logica assurda e hanno quindi rinunciato a partecipare al torneo. Non solo. Se la FINP ha intenzione di seguire la pallanuoto paralimpica senza una logica precisa, entrambe le società si chiameranno fuori dalla stessa federazione. Ad oggi chi dovrebbe seguire la pallanuoto paralimpica sia a livello “politico” che “tecnico” non ha mai presenziato a un allenamento, non ha mai interpellato una società per capire dinamiche e problematiche dei ragazzi. La federazione si è limitata a pubblicare un regolamento che, a conti fatti, non ha tenuto presente che la realtà della pallanuoto è totalmente differente dal nuoto. Se nel nuoto paralimpico ci sono categorie di atleti, queste nella pallanuoto non possono venire applicate talis et qualis. Non si possono fare distinguo sulle disabilità singole. La pallanuoto è gioco di squadra, dove ad oggi, si possono trovare praticanti che vanno dai 13 ai 50 anni. Si possono trovare disabilità fisiche, ma sopratutto relazionali. Ed è praticamente impossibile scindere queste cose, come accade nel nuoto. Tutto ciò è stato ignorato dalla FINP, che continua imperterrita a non rispondere a richieste ufficiali poste dalle due società. Oltre a tutto questo, non va sottovalutato l'aspetto economico: siamo agli albori per questo movimento e le società non hanno ancora un’organizzazione tale che consenta di trovare facilmente aiuti economici essenziali alla loro sopravvivenza. Gli sforzi che le stesse stanno facendo gravano in gran parte sulle famiglie dei ragazzi. Un aiuto concreto, in questa fase di sperimentazione, sarebbe stato auspicabile da parte di chi dovrebbe essere preposto al suo incremento e sviluppo.