Altri sport - 18 dicembre 2022, 11:02

Consiglio nazionale Uisp a Bologna: marcare la meta e guardare al futuro

La relazione introduttiva di Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp. Approvati il bilancio consuntivo 2021-22 e il Bilancio sociale

Consiglio nazionale Uisp a Bologna: marcare la meta e guardare al futuro

Si è tenuta sabato 17 dicembre a Bologna, la riunione del Consiglio nazionale Uisp, introdotta dal presidente nazionale Uisp, Tiziano Pesce che ha inquadrato l’azione dell’Uisp per il benessere delle persone e per la coesione sociale, all’interno di un contesto di difficoltà e incertezze crescenti.

Nel corso del Consiglio, Enrica Francini, responsabile del Diparimento Uisp Sostenibilità e risorse, bilancio e servizi ha presentato la proposta di Bilancio consuntivo Uisp 2021-22, insieme a Gian Nicola Acinapura, responsabile Gestione amministrativa. Il Bilancio consuntivo 2021-22 è stato approvato all'unanimità. 

Sara Vito, responsabile Bilancio sociale e transizione ecologica, coaudiuvata da Nora Annesi, Scuola Sant'Anna di Pisa, ha presentato il Bilancio sociale Uisp 2021-22. Il Bilancio sociale è stato approvato all'unanimità.

Dopo gli interventi dei partecipanti che si sono susseguiti sui punti all’ordine del giorno, sono stati affrontati aspetti amministrativi con la relativa approvazione di delibere presentate da Tommaso Dorati, segretario generale Uisp.

 

 

Ecco la comunicazione introduttiva del presidente nazionale Uisp, Tiziano Pesce:

"Care Consigliere, Cari Consiglieri, cara Rete associativa Uisp,

ancora una volta ci troviamo di fronte ad una situazione particolarmente delicata sotto l’aspetto economico e sociale del Paese. Sembra di vivere costantemente in una situazione sospesa, dove le speranze di futuro via via si consumano, crescono le fragilità e le povertà, disparità di genere e discriminazioni, con un pesante impatto soprattutto sulle nuove generazioni e le donne. Diminuiscono nascite, popolazione e stranieri, aumentano gli anziani. 

La crisi pandemica e la guerra continuano a determinare una forte incidenza sui bilanci delle famiglie; inflazione e caro energia deprimono salari, pensioni e potere di acquisto, erodono i risparmi. La Banca Centrale Europea alza i tassi di interesse 50 punti base, ancora una volta a farne le spese le famiglie, con il rialzo ulteriore dei tassi dei mutui, e le imprese, che pagheranno interessi più alti sui prestiti.

Dal 56° Rapporto sulla situazione sociale dell’Italia pubblicato ad inizio dicembre dal Censis, emerge che nel 2021 le famiglie che vivevano in condizione di povertà assoluta erano già più di 1,9 milioni, il 7,5% del totale. In tutto 5,6 milioni di persone, pari al 9,4% della popolazione: 1 milione in più rispetto al 2019. Si tratta di individui impossibilitati ad acquistare un paniere di beni e servizi giudicati essenziali per uno standard di vita accettabile. Di questi, il 44,1% risiede nel Sud e nelle isole.

 Secondo il rapporto, ancora, le persone soggette al rischio di povertà o di esclusione sociale, poiché vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro o a rischio di povertà, o in condizioni di grave deprivazione, erano pari al 25,4% della popolazione, ovvero oltre uno su quattro.

Neppure più lavoro dipendente è al riparo del pericolo della povertà. Nel 2021, sul totale degli occupati, il 9,7% si trovava in condizioni di povertà relativa. Fra i lavoratori dipendenti la quota sale al 10,2%, nel Meridione il dato raggiunge il 18,3%. Nel settore privato si contano oltre 4 milioni di lavoratori che non raggiungono una retribuzione annua di 12mila euro. Di questi, in 412mila hanno un contratto a tempo indeterminato e un orario di lavoro a tempo pieno.

Alle vulnerabilità economiche e sociali strutturali e agli effetti deleteri delle quattro crisi sovrapposte dell’ultimo triennio (la pandemia perdurante, la guerra in Ucraina, l’alta inflazione, la morsa energetica), si aggiunge la paura straniante di essere esposti a rischi globali incontrollabili.


Da questo quadro profondamente mutato emerge una rinnovata domanda di prospettive di benessere e si levano autentiche istanze di equità. E se ad oggi non si registrano fiammate conflittuali, intense mobilitazioni collettive, si manifesta una ritrazione silenziosa dei cittadini perduti della Repubblica. Alle ultime elezioni politiche il primo partito è stato quello dei non votanti, composto da astenuti, schede bianche e nulle, che ha segnato un profondo record negativo nella storia repubblicana: quasi 18 milioni di persone, pari al 39% degli aventi diritto. Tra le politiche del 2006 e quelle del 2022 i non votanti sono raddoppiati, tra il 2018 e il 2022 sono aumentati di oltre il 30% (quasi 4,3 milioni in più).

Nell’immaginario collettivo si sedimenta la convinzione che tutto possa accadere. Il 61,1% degli italiani teme che possa scoppiare un conflitto mondiale, il 58,8% che si ricorra all’arma nucleare, il 57,7% che l’Italia entri in guerra.

Quest’ultima settimana ci consegna poi l’inchiesta di Bruxelles, tra Qatar e Marocco, che sta facendo luce sulla corruzione di alcuni esponenti del parlamento europeo, ex deputati e assistenti; tra ingerenza sui flussi dei migranti in fuga dal continente africano verso l’Europa e sul rendere accettabili le procedure adottate da Doha sui lavoratori, in particolare quelli impegnati nella costruzione degli stadi e delle infrastrutture dei Mondiali di calcio e quelli messi al servizio della competizione calcistica, che domani vedrà giocare la finale fra Argentina e Francia.

Un altro durissimo colpo alla credibilità delle istituzioni, questa volta sovranazionali.

La questione morale è sempre quindi di estrema attualità e non lascia indenne nessuna forza politica, a destra come a sinistra.

E proprio sui Mondiali di calcio, esattamente un mese fa, intervenivamo nel dibattito pubblico dichiarando come ancora una volta sembrasse che in nome dei soldi tutto potesse passare in secondo piano, dai costi ambientali e sociali sino ad arrivare ai diritti umani fondamentali, tutto sacrificato sull’altare di un giro d’affari da decine di miliardi di dollari.

Sulla questione dei diritti violati, intervenimmo già nel 2010, all’indomani della decisione della Fifa di assegnare i Mondiali 2022 al Qatar, aggiungendo, negli anni a seguire, denunce sulle condizioni inumane dei lavoratori migranti e sui morti nei cantieri degli stadi. 

I nostri appelli sembravano problemi avvertiti da pochi, oggi, grazie anche all’impegno di buona parte dei media liberi, si è fatta avanti una narrazione più corretta e veritiera, con la possibilità di poter almeno lanciare segnali a istituzioni e governi, per traguardare i prossimi appuntamenti sportivi olimpici, mondiali e continentali, con attenzioni che siano ben diverse da quelle prestate sino ad oggi.

Non immaginavamo però che la cronaca giudiziaria di questi giorni ci consegnasse racconti di associazioni a delinquere internazionali, sacchi di contanti e reti di spionaggio.

Dobbiamo allora mostrare una capacità sempre più alta di mobilitazione civica intorno ai temi di interesse generale che riguardano da vicino la vita, i diritti e il benessere delle persone. Farci carico delle disuguaglianze che sono cresciute tra generazioni e territori, per accompagnare una cultura del cambiamento che ci faccia esercitare al meglio il nostro dovere di rappresentanza, non solo nei confronti dei nostri associati, ma anche nei confronti delle comunità alle quali facciamo riferimento nel rapporto con le rispettive realtà territoriali, un impegno che come dimostra la storia dell’Uisp oltrepassa i confini nazionali, attraverso le attività di interculturalità e cooperazione, i rapporti e l’impegno all’interno dei network internazionali in cui da tempo operiamo.

È allora soprattutto in questa fase storica, com’è accaduto con riferimento ad altre, che la Uisp deve essere capace di mostrare tutto il suo potenziale per portare l’intero sistema associativo a continuare a stare il più vicino possibile alle famiglie, alle realtà sportive di base e accanto alle istituzioni, soprattutto quelle locali, per offrirsi come un soggetto credibile per contribuire a dare risposte e sostegno a quelle fasce di popolazione che mostrano le maggiori sofferenze. 

Essere una rete associativa, ed è quello che abbiamo scelto, vuol dire esattamente questo, esercitare il nostro protagonismo a tutti i livelli per costruire massa critica che faccia emergere la forza della nostra intelligenza collettiva nel suggerire nuove strade per l’attività fisica e sportiva e farle diventare il nuovo paradigma attraverso cui riannodare i fili delle politiche pubbliche, dell’intersettorialità e dell’integrazione delle stesse.

Dobbiamo alimentare l’ambizione di rispondere alla crisi di rappresentanza che attraversa i partiti chiedendo un rinnovato investimento sui soggetti collettivi democratici di cui noi facciamo parte.

Ne abbiamo tutte le condizioni, proprio per le scelte chiare e nette che continuiamo a fare nel renderci un corpo intermedio all’altezza delle sfide, che si misura ogni giorno sul terreno della rappresentanza e dell’azione politica.

L’economia sociale deve sempre di più contaminarsi della forza della promozione sportiva che rappresentiamo perché è rispetto e sostenibilità innanzitutto del corpo, è inclusione e coesione, è benessere, opportunità di lavoro, messaggera di pace e convivenza tra i popoli. 

Dal Congresso dell’ARCI, alla Giornata Internazionale del Volontariato, che ci hanno visti presenti, emerge un bisogno di ricostruire un pensiero laico e progressista che, insieme anche a quella cattolica, possa valorizzare tutte quelle esperienze, compresa la nostra, che non sia solo frutto di percorsi di testimonianza, bensì di vera e propria emancipazione per tutte e tutti.

La scelta convinta che abbiamo fatto di riaffermare il nostro orizzonte nel terzo settore ci mette nelle condizioni di essere coloro che possono stimolare, aprire un confronto su tale pensiero, invitando anche altre organizzazioni, con cui stiamo tra l’altro condividendo esperienze all’interno del Forum del Terzo Settore, a discutere con noi.

Questo ci potrà servire per rafforzare non solo il nostro sistema di valori ma soprattutto a costruire reti, per affermare ed ampliare la nostra capacità culturale e politica nei percorsi di coprogrammazione e coprogettazione delle politiche pubbliche. 

Il 2023, l’anno che verrà, metterà noi, la Uisp, la nostra rete associativa, ancora di fronte ad una condizione di grande attenzione alle risorse, alla sostenibilità delle stesse e dell’intero sistema.

L’associazionismo sportivo continuerà quindi a dover fare i conti anche con la questione sociale, con il rischio di vedere compresso il diritto allo sport o, in molti territori, di vederlo addirittura escluso dall’esigibilità dello stesso.

Infatti, anche se i dati relativi al nuovo rapporto Istat sulla pratica sportiva in Italia dicono che cresce la percentuale di chi pratica attività fisica e sportiva, la sedentarietà rimane comunque un punto di grande attenzione.

In questa cornice si è rafforzato comunque lo sforzo complessivo dell’Uisp, ad ogni livello, territoriale, regionale e nazionale, in ogni settore ed ambito, anche nello spingere e nell’accompagnare la ripresa dello sport di base, sociale e per tutti, a cominciare dall’assistenza, dal supporto e dall’accompagnamento che abbiamo cercato, al meglio delle nostre possibilità, di garantire ad ognuna delle associazioni e società sportive affiliate. 

Nella scorsa stagione, che coincide con l’esercizio sociale che andremo oggi a fotografare con la presentazione del bilancio economico-finanziario, accompagnato dal bilancio sociale,  la graduale diminuzione della pressione dell’emergenza da covid-19 e, soprattutto il grande impegno dell’intera nostra associazione, ha consentito di riprendere e riattivare una miriade di attività, iniziative, percorsi formativi, campagne e manifestazioni, a tutti i livelli, che nei due anni precedenti erano risultate ridimensionate o annullate a causa delle normative e dei protocolli di sicurezza per arginare il diffondersi della pandemia.

Dopo le annualità precedenti, in cui abbiamo ha lavorato principalmente in relazione all’emergenza sanitaria, è ripartita attivamente anche la promozione di importanti politiche e azioni sulla salute, volte a promuovere i valori dell’attività fisica e dello sport sociale per tutti come volano di benessere per i cittadini, per la riduzione dei rischi di malattia, ma soprattutto affermazione positiva di salute, per ogni cittadino, in tutte le età della vita, in tutto il Paese.

Lo slogan nazionale “Giro di boa” che ha accompagnato la nostra tessera associativa ed ogni attività, da auspicio si è tradotto, mese dopo mese, in un ricco e partecipato programma di lavoro per superare la pandemia, in un delicato periodo storico in cui c’è stato (e continua ad esserci) assoluto bisogno di nuove e concrete attenzioni da riservare alle persone. L’emergenza ha evidenziato il ruolo positivo e sociale dello sport, in termini sanitari e relazionali. Si è parlato spesso, ad esempio, della insufficienza della medicina territoriale, della necessità di ricostruire i legami sociali, valorizzando le reti associative sportive di prossimità, quelle dei quartieri fino ai singoli condomini, dei centri e delle periferie, che hanno dimostrato una grande capacità resiliente, frutto anche della storia dell’Uisp che ha radici profonde nel rapporto con le persone, con i praticanti, con le istituzioni nazionali e territoriali.

Città, periferie, aree interne, impianti sportivi destrutturati oltre a quelli tradizionali, rappresentano nuove occasioni di pratica sportiva e motoria, luoghi attivi ed accessibili dove poter praticare attività sportiva e motoria e contribuire anche a costruire una società più sostenibile. 

E intanto, superato il Giro di boa, continuiamo ora a “Marcare la meta”…

Nel frattempo, il nuovo esecutivo di centro-destra, guidato per la prima volta nella storia repubblicana da una donna, la presidente Giorgia Meloni, è partito con la norma sui rave, il blocco dei migranti e gli scontri diplomatici con la Francia, il reintegro dei medici no vax, la proposta di aumento sensibile del massimale di utilizzo del denaro e l’innalzamento dell’obbligo di accettazione di pagamenti attraverso sistemi elettronici, lo stralcio delle cartelle esattoriali, le incertezze sugli stanziamenti per la sanità e la scuola, la preoccupazione su almeno quindici obiettivi del PNRR da raggiungere a breve, il via libera arrivato ieri al nuovo Codice degli appalti, con gli allarmi già lanciati d Procura Antimafia e Anac sul rischio di infiltrazioni illegali più facili, subappalti a cascata, con i sindacati che denunciano ‘avremo più infortuni e più sfruttamento’ una legge di bilancio che il Parlamento dovrà approvare entro il prossimo 31 dicembre e che necessita di significativi interventi ed investimenti per il lavoro, per la sostenibilità ambientale, per la sanità pubblica, per la scuola e l’università, per i servizi sociali. 

Insomma, un nuovo Governo con cui marchiamo una certa distanza culturale e valoriale ma con cui abbiamo già avviato, direttamente e attraverso il nostro ruolo all’interno degli organismi di rappresentanza del Forum del Terzo settore e del sistema sportivo, un dialogo schietto e costruttivo.

In queste settimane, a margine di incontri pubblici, ho già avuto occasione di scambiare personalmente alcune battute informali con il neo ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Gli ho confermato la piena fiducia che riponiamo in lui, per la competenza e la conoscenza che ha del mondo sportivo, che abbiamo potuto ‘toccare con mano’ anche negli anni di collaborazione con l’Istituto per il Credito Sportivo da lui presieduto.

Anche durante l’audizione dello scorso 23 novembre di fronte alle settime Commissioni riunite di Camera e Senato, il ministro Abodi ha ribadito senza tentennamenti l’importanza dello sport di base, dello sport sociale.

Così come ha ribadito, nel corso del Consiglio azionale Coni nella riunione informale del 21 novembre, che la riforma dello sport va avanti, che tra i pezzi del sistema sportivo si deve arrivare a condividere la consapevolezza di essere strumenti a disposizione del bene comune di cittadine e cittadini, dell’interesse generale, del benessere delle comunità; un sistema sportivo, nel suo complesso, che deve lavorare per potersi leggere per potersi far leggere meglio, in trasparenza, utilizzando un vocabolario comune ed una nuova metrica, basata su trasparenza e dati che siano sempre più intellegibili. Affermazioni che abbiamo accolto con grande favore e che si inseriscono pienamente nel solco di quello che la Uisp afferma, chiede e, soprattutto, agisce ogni giorno dal 2013. 

E se il Ministro Abodi dichiara che ‘niente sarà come prima’, vuol dire che sta anche a noi impegnarci affinché le riforme che ci riguardano, e che sono ancora in divenire con ulteriori proposte legislative come quelle presentate dall’on. Mauro Berruto, responsabile Dipartimento Sport Pd, che pongono l’attenzione su molti temi che noi abbiamo sollevato in questi anni, prendono atto delle trasformazioni in corso e del peso crescente assunto dallo sport di base e per tutti, possano vedere la Uisp come il soggetto che incide circa l’orientamento e la finalità delle stesse. Pronti a confrontarci nel merito con qualsiasi forza politica, di governo e di minoranza, a qualsiasi tavolo.

In tema di lavoro sportivo continuiamo a seguire il percorso della riforma e dei provvedimenti normativi attuativi, convinti della necessità di riconoscere dignità e tutele a lavoratrici e lavoratori e supporto concreto alla sostenibilità di tale riforma, punto su cui lo stesso ministro Abodi ha anticipato che ci sarà concreta attenzione.

Contemporaneamente, continueremo a pressare il governo per avere normative adeguate, a cominciare dal Decreto correttivo approvato dal Consiglio dei ministri del 28 settembre (per cui è probabile l’arrivo di un differimento dell’entrata in vigore di alcuni mesi) e le necessarie risorse per accompagnare i dirigenti sportivi del territorio, delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche, ad affrontare con gradualità e con i necessari sostegni questi passaggi. Anche grazie al progetto Sport Point 2.0, sostenuto da Sport e Salute, con consulenze continue e gratuite ai dirigenti sportivi di base. Anche per gli aspetti relativi al nuovo Registro delle Attività Sportive Dilettantistiche in capo al Dipartimento per lo Sport, e agli adempimenti relativi, in una fase di transizione di ‘doppi registri’, che, auspichiamo, possa venire rapidamente superata, arrivando ad ulteriori semplificazioni. 

Al Dicastero per lo Sport e i Giovani porteremo anche la richiesta di rafforzare l’attenzione sulle opportunità del servizio civile universale e sulla necessità di attuare con urgenza alcune misure contenute nella “Agenda per l’infanzia e l’adolescenza” approntata dal Gruppo CRC, di cui l'Uisp fa parte, che evidenzia 10 passi per concretizzare l’impegno verso le nuove generazioni. In particolare, sono tre i fenomeni che richiedono un’attenzione immediata: povertà minorile, ambiente e cambiamenti climatici, denatalità, proponendo alcune azioni da attuare subito per invertire la rotta, consapevoli che proprio dai più giovani possa arrivare un grande contributo al cambiamento.

Su terreno della legge di Bilancio abbiamo rilanciato con il Forum come non siano ad oggi previste sostegni sul caro bollette, chiedendo risorse adeguate per contrastare i rincari e fare in modo, così, che il modello di economia sostenibile e inclusiva di cui è attuatore il terzo settore continui a produrre i suoi effetti positivi nelle comunità. Abbiamo inoltre ribadito, ricordando che occorre anche affrontare il problema dell’iva sui sodalizi non profit non commerciali, che occorre tutelare le associazioni e gli enti più piccoli, in tema di semplificazioni amministrative e burocratiche, intervenedo sul Codice del Terzo Settore, che, tra l’altro, non graverebbero in alcun modo sulle casse dello Stato.

Sempre sul terreno del rapporto con il Governo, martedì prossimo parteciperò alla riunione del Consiglio nazionale del Terzo settore, convocata a Roma in presenza, dalla neo viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci, sicuramente profonda conoscitrice del mondo del volontariato e della promozione sociale, già presidente nazionale del MO.D.A.V.I. Onlus, il Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano, e componente, nello scorso mandato, del Coordinamento nazionale del Forum del Terzo settore.

Di assoluta importante l’ordine del giorno della seduta, tra stato di attuazione della riforma legislativa e aggiornamento sulle funzionalità e criticità del RUNTS.

Intanto registriamo il nuovo importante riconoscimento dell’Uisp quale Rete associativa da parte del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, un risultato che premia la credibilità formale e sostanziale raggiunta dalla nostra associazione, la capacità di essere riferimento di un’articolazione regionale e territoriale, a seguito della validazione del nostro Statuto da parte dell’Ufficio Statale che sovraintende al Runts. L’Uisp è stata iscritta nella pertinente sezione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore e nell’ulteriore sezione APS, ai sensi degli articoli 54 e 46 del Decreto legislativo 117/2017 e dell’articolo 32 del Decreto ministeriale 106/2020.

Un grande risultato che ci permette di poterci dedicare, da ora in avanti, al ‘popolamento del Runts’ con tutti i dati necessari e all’accompagnamento degli Ets affiliati. Ricordo che questo obiettivo è stato raggiunto, senza inciampi, grazie anche alla qualificata collaborazione con la Scuola Superiore universitaria Sant’Anna di Pisa, che, con la guioda del prof. Luca Gori, ci ha coadiuvato nei vari passaggi di studio ed approfondimento e continuerà a farlo, anche per il lavoro di accompagnamento della nostra Rete. 

La validazione del nostro Statuto, con l’unica considerazione di poter preferibilmente inserire alla prima occasione utile, l’indicazione dell’organo competente a deliberare in materia di responsabilità dei componenti degli organi sociali e di promuovere l’azione di responsabilità nei loro confronti, nel nostro caso il consiglio nazionale, ci mette nelle condizioni di poter programmare la prossima Assemblea Nazionale, che terremo a Rimini dal 10 al 12 marzo 2023.
Il prossimo anno cadrà il 75ennale della nascita dell’Uisp, che festeggeremo con una serie di iniziative, e proprio quel periodo di fine inverno è simbolicamente evocativo perché poche settimane dopo, il 4 aprile, del 1948, al cinema Esperia di Roma, in piazza Sonnino (poi Cinema Reale), promossa dai giovani del Comitato di Liberazione Nazionale, si tenne l’Assemblea organizzativa fondativa dell’Unione Italiana Sport Popolare. Qualche mese più tardi, dal 20 al 23 settembre, presso il Teatro Comunale di Bologna, si celebrò il primo Congresso nazionale.

Anche per questi motivi vogliamo fare dell’Assemblea nazionale Uisp del prossimo anno, un grande appuntamento democratico interno e di confronto con i principali rappresentanti delle istituzioni e degli stakeholders nazionali.

Intanto sono stati presentati i dati raccolti dall’Osservatorio permanente sullo sport di base – Eps, promosso dall’Uisp e da altri Eps, con la collaborazione tecnica dell’istituto di ricerca Swg e della società di consulenza Kratesis, e finanziato da Sport e Salute, che mettono in evidenza, in modo analitico, il peso della promozione sportiva nell’ambito del contesto economico e sociale italiano. 

Numeri e qualità che mostrano l’enorme impatto della promozione sportiva in termini sociali, economici, di salute – abbiamo potuto affermare nel corso della presentazione – dati che fanno auspicare un riequilibrio del sistema sportivo, anche dal punto di vista della rappresentanza, mentre dovrà crescere sempre di più l’attenzione, oltre a quella già riservata ad associazioni e società sportive dilettantistiche, alle opportunità dell’impresa sociale e della cooperativa sportiva.

Ed è grazie anche a Sport e Salute, società operativa dell’autorità di governo, da cui sono arrivati segnali importanti, oltre alla capacità dell’Uisp Nazionale nel suo complesso a reperire nuove risorse, nonostante il periodo di grande difficoltà, che aumentati i progetti e la loro capacità di generare attività e risorse, così come è aumentato il monte risorse destinate al territorio: + 180% nel 2021, + 275% nel 2022.

A questo aggiungiamo la conferma ricevuta nelle ultime settimane dal Ministero del Lavoro di assegnazione all’Uisp di risorse aggiuntive, destinate all’attività delle Reti associative di interesse nazionale, che indirizzeremo al rafforzamento infrastrutturale della nostra articolazione associativa, per implementare i servizi e la digitalizzazione. 

Nella giornata di ieri abbiamo ribadito il nostro protagonismo. Nuovi stimoli, interessanti indicazioni, il rafforzamento di reti e partnership, sono arrivati dal Living Lab e dal Brokerage event del progetto SportPertutti, che nelle prossime ore racconteremo nel dettaglio e metteremo a disposizione dell’intera associazione.

L’Uisp non si ferma e guarda al nuovo anno con rinnovato impegno e responsabilità, per  rafforzare un già straordinario protagonismo collettivo, la nostra credibilità associativa, i nostri valori educativi e sociali, la nostra tensione etica. Lo sport sociale è diritto di cittadinanza, è sviluppo, è sostenibilità, è inclusione.  Avanti Uisp! W l’Uisp!"

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