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E' uscito il 9 novembre il libro ideato e scritto da Alessio Noceti, indimenticato bomber del calcio ligure, classe 1976. Lui e suo fratello Simone hanno segnato valanghe di gol a fine anni 90 e nei primi anni 2000. Oggi Alessio si è dilettato nella nuova veste di scrittore, pubblicando questo "Il gioco del (calcio) pallone. Memorie e riflessioni di un calciatore dilettante".
Lo stresso ci spiega tutto in questa intervista:
1 COME E' NATA L'IDEA DEL LIBRO?
L’idea è nata dopo che mio figlio Gabriele ha deciso di smettere di giocare a calcio a livello agonistico. Parlando con lui ho riscontrato che le motivazioni che l’avevano portato a lasciare il calcio erano molto simili a quelle che in passato avevano portato anche me ad allontanarmi dal pallone. Da quel momento ho sentito la necessità di riordinare i miei pensieri e le mie emozioni, così ho cominciato a scrivere e, senza che quasi me ne rendessi conto, è uscito fuori questo libro.
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2 SPIEGACI LA COPERTINA, IL TITOLO E IL SOTTOTITOLO
Devo dire che ho imparato che scegliere il titolo del proprio libro e studiare la grafica della copertina è molto più difficile che scrivere il libro stesso.
Quando pensi a un possibile titolo devi concentrare in due righe l’essenza del tuo testo. Nel mio caso specifico il titolo IL GIOCO DEL (CALCIO) PALLONE, con la parola calcio cancellata, rende bene l’idea del mio pensiero. Per me il gioco del calcio è tutto quello che i ragazzi d’oggi stanno vivendo, fatto di potenza fisica, privato di una buona dose di fantasia e condizionato dall’azione di molte persone che, a mio giudizio, non dovrebbero aver nulla a che fare con il pallone. Figuriamoci con i sogni dei giovani atleti. Il pallone per noi ragazzi degli anni 80 è stato un compagno di viaggio meraviglioso e le persone che circondavano questo mondo erano uomini e donne che, oltre all’aspetto sportivo, avevano a cuore anche il benessere di noi ragazzi. Non voglio dire che all’epoca fossero tutti bravi e preparati, ma la maggior parte delle persone che gravitava nell’orbita del mondo del calcio non aveva come unica priorità quella di seguire la cinica logica del profitto. Il sottotitolo esprime letteralmente ciò che c’è scritto, ricordi dai quali ho tratto alcune riflessioni che ho il piacere e l’onore di condividere con voi.
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3 DACCI QUALCHE ANTICIPAZIONE, DI COSA PARLI E COSA VUOI DIRE COL TUO LIBRO E A CHI E' INDIRIZZATO
Nel libro ho voluto ripercorrere la mia “carriera” calcistica, senza alcun intento auto celebrativo, nel tentativo di estrapolare dalla narrazione di alcuni aneddoti una riflessione relativa alle differenze, non solo sportive ma anche socio-culturali ed educative, che intercorrono tra il moderno gioco del calcio e il nostro pallone.
Si tratta di un libro indirizzato a tutti, sia a persone che hanno amato e amano tuttora il calcio, sia a coloro che con il pallone non hanno mai avuto nulla a che fare, poiché mi sono servito del calcio come metafora della vita. Il mio intento è quello di ripercorrere le emozioni che ho provato durante questi anni e sbloccare qualche ricordo a chi, come me, ha vissuto il pallone come compagno di vita, giocando per strada sino a tarda sera finché la mamma non tuonava: “VIENI A MANGIARE CHE E’ PRONTO”. Se possibile, vorrei riuscire in qualche modo a ispirare e a spronare le nuove generazioni a non abbandonare mai i propri sogni nonostante tutte le difficolta che si possono incontrare, perché vale sempre la pena sognare ed il risultato migliore che possiamo raggiungere non è necessariamente quello che ci eravamo prefissati all’inizio della corsa. DON’T GIVE UP !!
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4 FAMMI UN CONFRONTO FRA IL CALCIO (PROF E DILETTANTI) DI OGGI E QUELLO DI FINE ANNI 90
Se ti rispondo ora nessuno comprerà il libro... Ti dico solo che ho inserito all’interno un piccolo giochino da fare con i più “vecchietti” per provare a dimostrare la mia teoria...
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5 PIU' DIFFICILE FARE IL BOMBER O LO SCRITTORE?
Per me sicuramente fare lo scrittore, approfitto della tua domanda per precisare una cosa sulla parola “Bomber” che oogi, dal mio punto di vista, risulta un po' troppo inflazionata. Vengono chiamati “Bomber” attaccanti che fanno 5/6 goal a stagione quando, ai nostri tempi, era un titolo che ti dovevi guadagnare sul campo a suon di reti. Inoltre il bomber non era inteso solo come finalizzatore ma rappresentava un modo di essere, uno stile di vita, l’attitudine di colui che spesso si caricava la squadra sulle spalle e tirava la carretta. Era colui al quale i compagni si affidavano nei momenti di difficoltà. Anche questo aspetto descrive il periodo storico che stiamo vivendo, c’è un livellamento verso il basso in tutti i settori e siamo costretti a celebrare anche giocate “semplici” nell’illusione che ci sia ancora una parvenza di eccellenza.
Il libro è acquistabile a partire da giovedì 9 Novembre su Amazon, sia in formato Kindle che cartaceo. Una data non qualunque, perché il 9 è da sempre il mio numero e il 9 novembre di 37 anni fa, poco più che bambino, realizzavo il mio primo goal ufficiale.