Altri sport - 16 febbraio 2024, 11:15

SECONDE GENERAZIONI e oriundi nello sport italiano, dal calcio al poker

SECONDE GENERAZIONI e oriundi nello sport italiano, dal calcio al poker

I recenti exploit di Jannik Sinner, tra Coppa Davis e Australian Open, hanno riportato il tennis italiano ai vertici del ranking mondiale. Le prestazioni del tennista altoatesino hanno risvegliato enorme entusiasmo e seguito nei confronti di uno sport che, storicamente, non è tra i più seguiti in Italia. Ma non solo: tra le conquiste di Sinner ce n’è anche una meno sportiva. Dopo le ultime vittorie del tennista, infatti, sono rapidamente venute meno le voci che lo consideravano poco “italiano”: il marcato accento altoatesino, infatti, spingeva molti a considerare Sinner più tedesco che italiano, salvo diventare rapidamente ininfluente a seguito dei risultati ottenuti sul campo. Il caso di Sinner, però, è solo uno dei tanti esempi che si possono fare. Tra accenti “esotici”, seconde generazioni e naturalizzazioni, sono innumerevoli gli italiani che hanno dato lustro all’Italia dei più diversi sport.

Un settore tradizionalmente appannaggio di atleti di madrelingua tedesca è, per esempio, quello degli sport invernali: praticati per la maggior parte nelle regioni più settentrionali e vicine all’Austria, gli atleti di queste discipline sono da sempre considerati più lontani anche linguisticamente. Almeno fino a quando i risultati sportivi non pongono in secondo piano il loro accento: è il caso di Armin Zöggeler, uno degli atleti italiani più vincenti nello slittino e capace di vincere ben 6 allori olimpici dal 1998 al 2014. Si può anche pensare a Dorothea Wierer: nata a Brunico nel 1990, i suoi risultati mettono in mostra il biathlon italiano. Non solo sport invernali, comunque: oltre al già citato Sinner si può pensare ad Alex Schwazer, marciatore di Vipiteno e oro olimpico a Pechino 2008.

È però nel calcio, soprattutto in quanto sport più praticato, che più spesso si assiste a risultati di “nuovi” italiani. Soprattutto grazie a oriundi e naturalizzazioni, conseguenza dei tanti italiani emigrati all’estero nei decenni passati e i cui figli e nipoti, oggi, tornano spesso in Italia come sportivi affermati. Il recente caso di Mateo Retegui, attualmente in forza al Genoa, è solo l’ultimo di una lunga lista nella quale spicca sicuramente Mauro Camoranesi, campione del mondo nel 2006 nato in Argentina, ma che negli anni ha visto campioni degli anni ‘60 come l’italo-brasiliano Josè Altafini e l’italoargentino Omar Sivori. Si può pensare anche a Èder, Jorginho, Thiago Motta o Emerson Palmieri, altra pattuglia di brasiliani naturalizzati italiani che, negli ultimi anni, ha in diverse occasioni vestito la maglia azzurra.

Non mancano naturalmente gli esempi legati a sport più “recenti”: proprio questa loro caratteristica fa sì che, in alcuni casi, i campioni italiani siano nati in Italia da genitori stranieri. È il caso di Mustapha Kanit, nato ad Alessandria nel 1991 da genitori di origine marocchina, uno dei pokeristi italiani più vincenti di sempre. Nello specifico, risulta in seconda posizione tra due campioni come Dario Sammartino e Max Pescatori, grazie ad alcuni exploit davvero entusiasmanti. È stato per esempio uno degli italiani a brillare nella storia della tappa francese dell’European Poker Tour, che inaugurerà la prossima stagione del più importante torneo annuale europeo di poker sportivo. Nel 2012, nell’ottava stagione del Tour, entrò tra i pochi italiani a premio. Si può anche pensare a Ronaldo Lavado, meglio noto come Wartex: nato nel 1999 a Milano ma di origini peruviane, è stato il primo videogiocatore sportivo italiano a disputare la Pro League di Call of Duty, uno dei videogiochi principali nello scenario eSport.

Tornando a sport più tradizionali, non mancano esempi nella pallavolo: la nazionale femminile conta nella rosa, una delle più complete della storia del volley italiano, diverse atlete con origini straniere. Da Paola Egonu, nata a Cittadella da genitori nigeriani, a Sylvia Nwakalor, anch’essa con genitori nigeriani ma nata a Lecco, passando per Myriam Sylla, nata a Palermo da genitori ivoriani, fino a Ekaterina Antropova, nata in Islanda da genitori russi ma la cui intera carriera sportiva si è svolta con società italiane. Anche nella pallavolo maschile non mancano esempi: da Ivan Zaytsev, nato a Spoleto e figlio del pallavolista sovietico Vyacheslav Zaytsev, a Osmany Juantorena, di origini cubane ma con cittadinanza italiana dal 2010.

Tanti, infine, gli esempi anche nell’atletica: da Marcell Jacobs a Fausto Desalu, dai fratelli Yeman e Nekagenet Crippa fino a Iliass Aouani. E, nel femminile, tra i tanti nomi vale la pena ricordare Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Raphaela Lukudo, Daisy Osakue, Libania Grenot, fino ovviamente a Fiona May, naturalizzata italiana nel 1994 e che proprio in azzurro ha ottenuto i suoi più grandi successi sportivi.

 

Insomma, la maglia azzurra ha da sempre travalicato i confini nazionali: tra oriundi e naturalizzazioni, ancora oggi seconde generazioni e nuovi italiani portano alto il tricolore nei più diversi campi sportivi.

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