1 – Come arrivate a questa finale di Coppa dopo la sosta natalizia?
Ci siamo allenati bene. La sosta è servita per recuperare le energie mentali e fisiche. Era necessaria dopo gli ultimi due mesi, in cui troppo spesso siamo stati in emergenza totale, spremendo molto alcuni elementi.
2 – Quanto tenete a questo trofeo, anche in ottica della fase nazionale, in parallelo al vostro campionato?
E’ un appuntamento storico per la Genova Calcio, la seconda finale della sua storia dopo la sconfitta immeritata di tre anni fa. Un successo rappresenterebbe il primo trofeo a livello di prima squadra per la Genova Calcio, dopo tanti ottimi campionati sempre nel massimo campionato regionale, numerosi titoli a livello giovanile e del settore femminile.
3 – Parlando proprio di campionato, un giudizio sul vostro girone di andata a una giornata dal termine
Il nostro campionato dopo 14 giornate dice che dobbiamo e possiamo fare sicuramente molto di più. A metà novembre eravamo terzi in classifica, poi abbiamo pagato tantissimi infortuni, un’emergenza totale e naturalmente degli errori nostri. Ora abbiamo l’obbligo di riprenderci e cercare di fare nel girone di ritorno quello che è nelle nostre potenzialità.
4- Il vostro avversario: in campionato finì 1-0 , gol di Dominici. Che cosa vi ha insegnato quella riguardo ai vostri rivali della finale
Quella è stata la prima di una serie incredibile di sconfitte, in cui l’emergenza e le assenze hanno iniziato a farsi sentire. E’ stata una partita equilibrata, dove c’è mancata un po’ di cattiveria negli ultimi metri, ma il Pietra ha dimostrato di essere una delle tre grandi squadre di questa Eccellenza.
5 – Se potessi togliere un uomo alla squadra avversaria, chi toglieresti
Nessuno perché sono tanti i giocatori importanti. E’ il collettivo del Pietra e la solidità del loro progetto, anche fuori dal campo da anni, che merita applausi e rispetto.
6 – Nella tua carriera, questo è uno degli appuntamenti più importanti, o ne ricordi altri simili in altre società o in altri ruoli?
Sicuramente è uno dei più importanti. Una bella sensazione da vivere, non capita tutti i giorni, e personalmente sono questi i momenti che ripagano di tanti sacrifici, a prescindere dal risultato della partita. Personalmente sarebbe bello vincere questo trofeo, per dare un calcio alla sfiga di questa stagione, per condividerlo con questa società, questo splendido staff, e con l’amico Beppe che è stato tra gli artefici principali del nostro cammino in questo torneo. A Sestri ho avuto la fortuna di vincere un campionato di Promozione: il mister di allora, Schiazza, e la forza di un gruppo di uomini veri, sono entrambe similitudini con la situazione di oggi alla Genova Calcio, sia con mister Mazzocchi sia per uno “spogliatoio” di valori umani assoluti.
7 – Rispetto a una partita di campionato o di altre competizioni più lunghe, come si prepara questa gara secca? Sia a livello psicologico che a livello tecnico-tattico
Ci siamo preparati nel modo giusto, come avranno fatto loro. Poi in queste partite penso che molto dipenderà dagli episodi e dai “nervi”.
8 –L’Eccellenza di quest’anno: rispetto alle precedenti stagioni appare un campionato più combattuto, senza una squadra in fuga, ma tante che possono inserirsi nella lotta al vertice. Come giudici il livello del girone, soprattutto a livello tecnico e di valori assoluti delle varie rose.
Campionato estremamente equilibrato, in cui Rivasamba, Celle e Pietra stanno ampiamente rispettando i favori della vigilia. Ci sarà da lottare per tirarci fuori da una situazione di classifica non facile.
9- La finale di Coppa apre il nuovo anno, poi ci si rituffa nel campionato: pensi che il risultato nel bene o nel male possa condizionare il vostro prosieguo di stagione soprattutto a livello psicologico?
In caso di successo può sicuramente essere una grandissima gioia per tutto l’ambiente e dare un entusiasmo importante. Qualsiasi sarà il risultato però non potremo permetterci di essere condizionati, abbiamo un mese di gennaio importantissimo davanti in campionato.
10- Come si vince questa partita e che tipo di partita ti aspetti
Ci vuole tanta “testa”, tanto cuore e un pizzico di “culo”. Sarà una partita che non dimenticheremo comunque, mettiamola così.