Seconda categoria - 23 gennaio 2025, 10:21

VIRTUS DON BOSCO, intervista al team manager Paolo Rogna

Il team di Varazze, in Seconda Categoria girone B (Savona), si gioca le sue carte

Paolo Rogna, il team manager genovese del Virtus Don Bosco di Varazze

Paolo Rogna, il team manager genovese del Virtus Don Bosco di Varazze

Intervista al Team Manager del Virtus Don Bosco (genovese trapiantato ad Albissola), Paolo Rogna, sulla stagione dei gialloblu savonesi.

«I rapporti con il Celle Varazze, squadra con la quale condividiamo l'impianto "Olmo Ferro" di Celle Ligure, sono buoni. Dall'inizio abbiamo cercato e velocemente trovato una linea comune che portasse a una fattiva collaborazione. La differenza tra le due società è abissale, ma mentre il Celle Varazze sta diventando una potenza nel mondo calcistico regionale, la Virtus Don Bosco rimane un po' "la squadra dell'oratorio", ma che per noi è moto di orgoglio essere definiti tali, una società di Seconda Categoria che, all'esordio, si è permessa di arrivare quinta in campionato riportando in campo ragazzi che altre società avevano scartato. La grinta e i sistemi di Mr. Ponte e la volontà dei giocatori stessi hanno fatto la differenza e l'età media di 23 anni qualcosa sta a significare».

«La Juniores è nata quest'anno, al secondo anno di vita della società, dopo una riunione tra il Presidente Soffiotto, Mr. Ponte e io, dove ci siamo posti l'obiettivo di riportare in campo ragazzi più giovani rispetto a quelli della prima squadra, loro stessi scartati da altre società. Le difficoltà iniziali sono state superiori all'anno scorso, ma con il Presidente abbiamo deciso di affidarne la guida tecnica a due giovani della prima squadra neo patentati Uefa C, Berlanzoli e Cimolato che, immediatamente, hanno costruito un gruppo molto solido e compatto, restituendo a questi ragazzi la voglia che avevano perduto. I risultati non sono ancora positivi, ma la voglia e la grinta dei ragazzi stanno gradatamente alzando il livello delle prestazioni. Obiettivo? Consentire a questi ragazzi di essere il polmone dal quale attingere per la prima squadra dei prossimi anni. Nel frattempo, grazie al lavoro congiunto in allenamento, già tre di loro hanno esordito in prima squadra, mentre altri tre sono stati convocati per gare di campionato e coppa».

La scuola calcio? «Abbiamo leve di Primi calci, Piccoli Amici e Pulcini e sarebbe bello, in futuro riuscire a creare un settore giovanile completo, ma non precorriamo i tempi, perchè nel calcio, come nella vita, ciò che conta sono la programmazione e i piccoli passi».

«Facciamo calcio in maniera diversa dagli altri, nel senso che i giocatori non percepiscono rimborso, in virtù del fatto che riteniamo illogico spendere in queste categorie le cifre che altri ogni anno spendono. Preferiamo investire nei giovani allenatori, facendoli crescere all'interno della società, per istruirli nel migliore dei modi, per il futuro. Obiettivi? Non abbiamo nessun obiettivo, se non quello di continuare a fare meglio ogni anno, e per far meglio non significa per forza "salire di categoria", ma anche solo ricevere complimenti e attestati di merito e stima ogni anno superiori. Un obiettivo personale? Sarebbe quello di vedere premiati alcuni nostri giovani che, qualora fossero "visti" da società di categorie più importanti, troverebbero sicuramente una collocazione di merito superiore. Un sogno che potrà avverarsi solo quando gli allenatori e i DS delle società importanti andranno a vedere di persona i giocatori di questi campionati, invece di accontentarsi dei "pareri" di soloni che, orami, sono sulla via del tramonto».

Di Andrea Bazzurro

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